mercoledì 26 ottobre 2011

Non c'è due senza tre........strangulaprievet' al ragù napoletano

E' proprio vero, non c'è due senza tre! Molino Chiavazza ha voluto ancora una volta premiarmi per la pastiera salata. Ed io ancora una volta festeggio, mettendomi come sempre alla prova. Ancora una volta con un piatto del ricordo, un piatto che sa di tradizione, che profuma di famiglia e che, da quando vivo lontana dai miei affetti, mi manca tanto.
Per me la domenica è diventato un giorno triste. Quelle belle tavolate domenicali, tra condivisione di cibi e pettegolezzi hanno lasciato un vero e proprio vuoto dentro di me. E se poi penso che quelle chiacchierate, tra una risata e un bicchiere di vino, avvenivano davanti ad un piatto di ziti al ragù la tristezza raddoppia.
Ah, il ragù! Un must delle tavole napoletane della domenica......e se poi, invece che con i ziti, lo si accompagna con gli strangolapreti, tanto di cappello (almeno per i miei gusti!!!).
A quanto pare, una vera e propria legenda aleggia attorno alla ricetta del ragù, legenda che trovate ben narrata qui e che fa risalire la nascita del piatto al XIV secolo. 
Edoardo De Filippo, in una sua commedia (Sabato, domenica e lunedì), rende omaggio a questo favoloso piatto con la poesia "O' raù". Anche questa la trovate qui  e rappresenta, in sostanza, lo sfogo di un uomo che ha sposato una pessima cuoca, la quale gli propina un sugo che non è un ragù, ma che lui stesso definisce "Chesta è carne c' a pummarola" , o meglio carne con il pomodoro. 
Sì, perché paragonare il ragù napoletano ad un sugo di carne con il pomodoro è assolutamente riduttivo. 
Il ragù è molto di più. Innanzitutto, la preparazione non prevede carne tritata, ma pezzi di carne di bovino adulto e/o di maiale piuttosto grossi, resistenti alla lunga cottura e ricchi di sapore. Immancabili sono "a braciola" e "a trachiulell". 
"A braciola" non ha nulla a che vedere con le bistecche di maiale. Si tratta di involtini di fettine spesse, spolverizzate di pepe, prezzemolo, sale, parmigiano e aglio, chiuse con lo stuzzicadenti. 
" A tracchiulell' " è la costina di maiale, che deve cucinare fino a disfarsi. La carne deve staccarsi dall'osso ed entrambi le parti vanno ad insaporire il pomodoro, in un tripudio di sapori e profumi.
Il ragù è una preparazione che prevede molte ore di cottura e come si dice a Napoli deve "pippiare"parola onomatopeica che ben descrive il suono del ragù, che dovra' sobbollire lentamente.
Ma prima della ricetta di questa squisitezza, passate a leggere qui la storia dei famosi strangulaprievet' (strangola preti), tipici gnocchi senza patate, preparati solo con farina e acqua.
Secondo me il connubio con il ragù  è fantastico, provateli!


Ingredienti per il ragù
5 costine di maiale
5 ossa carnose di bovino
5 fette di bovino di spessore medio
2 litri di passato di pomodoro
3 cipolle
sale dei papi Tecal q.b
pepe dei papi Tecal q.b
aglio in fette Tecal q.b.
prezzemolo q.b
parmiggiano q.b
basilico q.b.
6 cucchiai di olio extravergine Dante

  • Preparare gli involtini, ponendo nel centro delle fettine di carne l'aglio, il prezzemolo. Spolverizzare con un pizzico di parmigiano, il sale e il pepe. Arrotolare le fettine su stesse e chiuderle con uno stuzzicadenti.
  • Tagliare le cipolle a julienne e porle in un tegame dal fondo spesso insieme all'olio.
  • Far soffriggere a fuoco medio. Quando le cipolle si saranno imbiondite ben bene, eliminarle dall'olio e aggiungere i pezzi di carne.
  • Far rosolare la carne nell'olio e lasciar cuocere per circa trenta minuti, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.
  • A questo punto, aggiungere il passato di pomodoro. Salare, pepare e aggiungere mezzo cucchiaino di zucchero. 
  • Quando il sugo inizierà a sobollire, abbassare la fiamma al minimo e lasciar andare per almeno 5 ore, girando di tanto in tanto, in modo che il pomodoro non si attacchi sul fondo del tegame.  




Ingredienti per gli strangola preti (x 4 persone)
 400 gr di miscela per pasta Molino Chiavazza
acqua q.b.
  • Impastare la farina con tanta acqua (leggermente salata) quanta ne basta ad ottenere un impasto morbido e facile da lavorare.
  • far riposare l'impasto per 15 minuti.
  • Trascorso questo tempo, formare dei cilindri, grossi più o meno un dito, che andranno tagliati a tocchetti.
  • Con l'aiuto del dito indice, incavare gli gnocchi.
  • cuocere in abbondante acqua salata. Saranno cotti, quando saliranno a galla.
  • Condire con abbondante ragù.





E siccome non mi faccio mancare nulla, con questa ricetta partecipo a queste fantastiche iniziative:

http://cucinadibarbara.blogspot.com/2011/09/get-aid-in-kitchen.html





http://fusillialtegamino.blogspot.com/2011/09/il-secondo-contest-di-fusilli-al.html

26 commenti:

  1. ciao, ho un'amica napoletana e certi piatti tipici li conosco, mi parlava tanto della braciola anche lei.
    Il ragù poi per me è quello con la carne macinata, ma vedo che voi lo fate diversamente.
    Mi fanno una gran voglia questi strangolapreti.
    baci

    RispondiElimina
  2. mamma mia che bonta' il ragu' napoletano!! lo adoro per la sua ricchezza e morbidezza...brava!

    RispondiElimina
  3. Questo è quello che ci si può aspettare da una fantastica domenica in famiglia :)
    Grazie per partecipare con questa bella ricetta al mio contest, corro ad inserirti subito :)
    ti auguro una bella giornata,
    barbara

    RispondiElimina
  4. Fantastico il ragù napoletano! A casa nostra è simile perchè mia madre è molisana e le cucine si assomigliano. Gli strangolapreti noi li chiamiamo cavatelli. Un piatto meraviglioso!

    RispondiElimina
  5. Che meravigliosa pasta fresca, con un sugo molto ricco e saporito! :)

    RispondiElimina
  6. Mi segno questa ricetta cosi' provo a fare questo gustoso ragu'! bacioni e complimenti;-)

    RispondiElimina
  7. ebè ci credo sulla parola che è buono!!
    uno spettacolo pasta e ragù, la mia passione!!!
    un bacio
    Marisa

    RispondiElimina
  8. Mia cara mi hai fatto tornare alle mie domeniche napoletane.
    Strangolapetri, peppiare, ragù oppure carne cà pummarola, sono tutte cose che conosco benissimo.
    Anche da me era tradizione la domenica fare gli ziti, ma, eh lo so, sono golosa, ho sempre preferito gli gnocchi o gli strangolapetri.
    Prendo una forchettata dal tuo delizioso piatto e, seppure virtualmente, ricreiamo l'atmosfera napoletana.
    Bacioni

    RispondiElimina
  9. Semplicemente perfetti: se li faccio vedere al maritozzo si autoinvita, li adora!

    RispondiElimina
  10. Viene una fame pazzesca solo a leggerti, pensa quando poi si arriva al fondo e si ammirano i tuoi piatti...

    RispondiElimina
  11. Ciao , questa me la segno troppo appetitosa gnamm
    bravissima baci Anna

    RispondiElimina
  12. Che bella ricettina e con questo ragù profumato viene voglia di allungare la forchetta nello shermo.
    Grazie per la tua partecipazione ed in bocca al lupo per il contest.

    RispondiElimina
  13. Che deliziaaaa:) davvero invitanti!
    aspettando le tue prossime ricette ti aggiungo!
    un bacione

    RispondiElimina
  14. Ciao ragazze come state? Al di là della malinconia, questa ricetta è magnifica. Complimenti e buona domenica
    Carla Emilia

    RispondiElimina
  15. Senza parole, ma sognante di avere la bocca piena di tale bontà ;-)

    Buona giornata

    RispondiElimina
  16. Ciao, questi strangolapreti ispirano parecchio ^_^ me li segno, sono da provare

    Tiziana

    RispondiElimina
  17. Belli e sicuramente buoni. Mi piacciono molto le tue mani, sono una fanatica :)
    BUona serata!

    RispondiElimina
  18. A' braciola ....a' tracchiulell marò.....e che fame!....è vero certi sapori sono speciali, e mi hai fatto venire in mente le mitiche braciole di mia mamma....bontà sua, lontana pure lei 900km dalla mia tavola!. E come ti capisco....e che dobbiamo fà. La vita fa certi giri....Bello conoscerti :-)

    RispondiElimina
  19. Ottimi... appena mangiati.... ho cercato di riprodurre più o meno il tuo raù...anche se ho dovuto apportare qualche piccola modifica... beh, vedrai quando li pubblico per il Quanti Modi... Comunque sempre ottimi (io li faccio spesso... sono uno dei miei cavalli di battaglia.... ma a casa mia sono "i Cavatieddi"... ahaah).

    RispondiElimina
  20. ciao carissima, la mia versione è vegetariana, burro e salvia, li conosco perché è lo stesso impasto dei pici che facciamo in toscana, splendidi...un abbraccio

    RispondiElimina